Le perle di Cesarina Vighy


(Immagini prese dal web)

Questo sabato vorrei consigliare a voi ed anche a me stessa due libri: L'ultima estate e Scendo. Buon proseguimento, entrambi Fazi Editore che ho definito nel titolo due perle di Cesarina Vighy, di cui ho letto, non ricordo nemmeno dove, uno stralcio che poi mi sono mandata via mail per promemoria.
Cesarina Vighy ha esordito come scrittrice un anno prima di morire, nel 2009, quando era malata da 7 anni di Sclerosi Laterale Amiotrofica, vincendo il premio Campiello, il premio Cesare De Lollis e classificandosi tra i primi cinque del premio Strega. Nata a Venezia nel 1936 e romana di adozione, dove ha lavorato per il Ministero dei Beni culturali e per la Biblioteca di storia moderna e contemporanea. I suoi libri sono stati tradotti anche in altri paesi europei e sono stati prodotti audiolibri con la voce dell'attrice Ottavia Piccolo. La sua scrittura colpisce per l'intensità e l'ironia con cui racconta della sua malattia e della sua vita privata dell'autonomia, ma con una libertà interiore che le fa superare il timore del giudizio altrui ed esordire con due testi che hanno lasciato il segno in chi lo ha letto.

Riporto lo stralcio che ho letto de L'ultima estate che mi ha colpito: < Camminare eretti e parlare, due facoltà che hanno fatto della scimmia un uomo: io le sto perdendo entrambe. Restano l'inutile pollice sovrapponibile e l'insopportabile coscienza di me... Z. è malata. Gravemente. Dallo spazio ristretto da cui guarda il mondo, osserva il tenace manifestarsi della vita: l'andirivieni dei vicini, un merlo che fa il nido, i piccioni in cerca di cibo. Per lei, ogni gesto è enorme, difficilissima la quotidianità, in equilibrio sui nervi e sugli orari delle medicine. La notte però, con la gatta a farle compagnia, i sogni intervengono ad alleviare il fastidio di resistere a se stessi e sulla pagina, così, il resoconto di un'esistenza vicina alla fine, diventa il ricordo di una vita che finalmente appare bella...
Eccoci qua dopo anni di quiete che si potrebbero chiamare anni felici se solo sapessimo, mentre la si vive, che quella è la felicità...
Fatevi venire o, se lo avete già, coltivate il senso dell'umorismo. C'è tanto da ridere al mondo: degli altri, di voi stessi, delle cose che vi parevano così importanti e invece erano così stupide...>. 

Lungi dall'accostare la mia condizione a quella di un malato di SLA, per me la malattia più terribile al mondo, perché imprigiona in un corpo immobile una coscienza viva e lucida sino alla fine, ma in questi passaggi ho riconosciuti tratti anche del mio percorso, anche io guardo il mondo dalla mia finestra con un'amica speciale, una gatta, a farmi compagnia... Ho una serie di libri da leggere che stanno aspettando, leggo poco perché lo sdoppiamento e la vista sfocata lo rendono faticoso, ma queste due perle prima o poi le prenderò e gusterò ogni parola sino alla fine... chi lo ha fatto ha lasciato commenti intensi che invitano alla lettura...

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